Musica in bianco e nero
Il programma dello spettacolo prevede la proiezione di films appartenenti alla grande stagione del cinema muto americano ed europeo con accompagnamento musicale al pianoforte eseguito dal vivo. Lo spettacolo è stato proposto con successo a Villa Breda (Padova), Festival del Cinema di Taormina 2006, Auditorium della Basilica di S. Maria degli Angeli (Roma), Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Taormina Arte 2006, Università di Messina, Gran Festival del Cinema Muto di Milano, Festival RiMusicazioni di Vittoria.
Vedi il video di “Musica in bianco e nero”:
Il programma può essere modulato in base a specifiche esigenze di durata e preferenze, ed essere diviso in più serate.
I films attualmente disponibili sono i seguenti:
I primi films dei Fratelli Lumière:
Sortie de l’usine Lumière à Lyon, Le repas de bébé, L’arroseur arrosé, Partie d’écarté, Arrivée d’un train à La Ciotat
di Louis e Auguste Lumière - 1895 - 4’
musiche di G. Renzo, K. Kozmak, W. Aletter, A. Ischpold
Viaggio alla Luna
di Georges Méliès - 1902 - 8’
musiche di W. Aletter, L. Norden, J. Zamecnick, G. Renzo
Le mélomane
di Georges Méliès - 1903 - 2’
musiche di C. Sweeley e G. Renzo
Cenere
di Febo Mari e Arturo Ambrosio, con Eleonora Duse - 1916 - 31’
musiche di G. Renzo, S. Cohen, F. Thomé, G. Wilson
Il gabinetto del Dottor Caligari
di Robert Wiene - 1919 - 44’
musica di G. Renzo
Cops
di Buster Keaton - 1922 - 18’
musiche di A. Durand, S. Joplin, J. Hummel, G. Renzo
Il fantasma dell’Opera
di Rupert Julian, con Lon Chaney - 1925 - 92’
musiche di G. Renzo, P. Glass, C. Zeller, J. Zamecnick, E. Wright, R. Hueberger,
L. Denza, L. Einaudi
Musica classica
di E. Kennedy, con Stan Laurel e Oliver Hardy - 1928 - 19’
musiche di C. Zeller, O. Lehmann, W. Aletter, P. Farbach, T. Wottitz
L'orfanella di Messina
di Giovanni Vitrotti - 1909 - 10'
musica di G. Renzo
L’appel du Sang
di Louis Mercanton - 1919
musica di G. Renzo, P. Glass, A. Peduto, M. Awadis
Musiche eseguite al pianoforte da
Giovanni Renzo
Altri titoli possono eventualmente essere concordati.
NOTE DI PRESENTAZIONE
La mia infanzia è in bianco e nero. Così io la ricordo, forse perché le mie foto di allora sono tutte in bianco e nero. O forse perché in bianco e nero erano i film che mi piaceva vedere. Le comiche di Stanlio ed Ollio, Buster Keaton, Charlie Chaplin, Totò e Peppino, visti in un cinema d’oratorio o in quelle ingombranti, pesantissime e misteriose scatole che erano le televisioni di allora. E poi le commedie di Frank Capra, l’imbranato Monsieur Hulot e il “vitellone” Alberto Sordi.
Ma alcune immagini sono rimaste impresse nella memoria, sequenze che proprio grazie al bianco e nero acquistavano una drammaticità sconvolgente che mi impauriva ed affascinava al tempo stesso. La scena del sogno in “Io ti salverò” di Hitchcock. Le sequenze finali di “Quarto potere” di Orson Wells. Un fantasma che vaga per le sale di un museo nel “Belfagor” televisivo. La figura nera di un uomo su un tetto sghembo che porta in braccio una donna rapita ne “Il gabinetto del Dottor Caligari”. Sequenze che guardavo socchiudendo gli occhi di tanto in tanto, quando la paura stava per prendere il sopravvento, pronto a serrarli se ce ne fosse stato bisogno. Film di cui non ricordavo la trama, fin quando li ho rivisti; nella mia memoria restavano solo quelle immagini interrotte dal buio degli occhi chiusi.
Ma c’è un’altra visione in bianco e nero che ha sempre accompagnato la mia vita, dall’infanzia fino ad oggi, ed anche in futuro, certamente. I tasti bianchi e neri del pianoforte, il nero lucido dello strumento che amo. Se dovessi dire qual è l’immagine che più spesso ho visto nella mia vita, non avrei nessun dubbio: la tastiera del pianoforte. Lunghe ore di studio, prove e concerti, alternando lo sguardo tra il bianco e nero degli spartiti e quello dei tasti.
Una realtà fittizia, quella del bianco e nero cinematografico. Il mondo è a colori. Quindi quel bianco e nero rappresenta una finta realtà.
Ma il bianco e nero del mio pianoforte è reale, è ciò che vedo tutti i giorni, rappresenta il mio mondo.
Addizioni e sottrazioni.
Luce e buio.
Il bianco è la luce riflessa dalla somma di tutti i colori.
Il nero è l’assorbimento, il buco dentro il quale precipitano tutti i colori.
Un film, una scena, immagini, movimenti che ricreano una visione del mondo in bianco e nero, irreale, che si fonde con la realtà del mio bianco e nero, quello da cui fluisce la colonna sonora che accompagna la mia vita.
Ancora oggi, per poter guardare certe immagini, e non solo al cinema, devo, come da bambino, socchiudere gli occhi, nascondendo, per pudore, la paura e così riuscire ad andare fino in fondo.
Giovanni Renzo